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Prevenzione e metodi di lotta contro le zanzare

Prevenzione e metodi di lotta contro le zanzare

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Nel mondo, si conoscono più di n. 3.000 specie di Ditteri del sottordine Nematoceri e famiglia Culicidi (zanzare); di queste circa n. 60 specie vivono anche in Italia. Tra queste le più conosciute sono la “zanzara comune” o Culex pipiens con le diverse sottospecie (C.pipiens,C.modestus, …); la “zanzara tigre” o Aedes albopictus; la zanzara della malaria o Anopheles spp. (A.labranchiae, A.maculipennis, …). La maggioranza tra queste, come le Culex e le Anopheles sono attive di notte, solitamente con due picchi di attività, uno nelle ultime ore della serata e uno nelle primissime ore del giorno. Altre, invece, come Aedes albopictus, è attiva di giorno, soprattutto nelle prime ore della mattinata e nel pomeriggio. 

In funzione della specie, depongono le uova nell’acqua: singole e dotate di una sorta di salvagente che le tiene a galla le Anopheles; raggruppate insieme a formare delle “zatterine” le Culex; singole, a 1–2 cm sopra il livello dell’acqua la Aedes albopictus. Le larve si sviluppano sempre e solo in acqua. 

La durata del ciclo biologico dipende da un gran numero di fattori: la specie, la temperatura, l’umidità e la disponibilità di cibo. In generale abbiamo: uova, 4 stadi larvali, 1 stadio da pupa e poi l’adulto; in estate il ciclo vitale si svolge in circa una settimana, mentre nei mesi invernali può prolungarsi fino a diversi mesi. 

Le zanzare adulte, quando diventano alate e lasciano le raccolte di acqua dove hanno trascorso i primi stadi di vita, si nutrono di liquidi zuccherini essudati dalle piante. Pungono uomini, uccelli o animali, quando necessitano di un apporto proteico supplementare per consentire la maturazione delle uova. Sono solo le femmine, quindi, che per espletare la loro funzione riproduttiva, hanno uno specifico apparato boccale di tipo pungente succhiante, capace di perforare i tessuti per suggere il sangue. In questa fase, oltre al fastidio di sentirle ronzare e del successivo ponfo che causa la puntura, possono trasmettere una serie di gravi malattie come Malaria, West Nile disease, Chikungunya, febbre gialla, Zika virus ecc. 

 

La gestione di una popolazione di zanzare si basa su 3 fasi fondamentali: 

-        Prevenzione → Consiste in primis nell’attenta mappatura dei possibili focolai di sviluppo larvale: tombini, bocche di lupo, sottovasi, fontane, raccolte di acqua per l’irrigazione, ecc. Dove possibile è necessario procedere alla loro rimozione o, in ogni caso, al contenimento del rischio procedendo allo svuotamento dei sottovasi una volta alla settimana, alla copertura ermetica delle raccolte d’acqua. E’ poi necessario installare sistemi fisici di contenimento alle finestre o il montaggio di zanzariere e baldacchini, che blocchino gli accessi ai luoghi che si vogliono proteggere. In tal modo tali luoghi non saranno più disponibili per la riproduzione delle zanzare. 

-        Lotta larvicida → Consiste nell’utilizzo di prodotti larvicidi per trattare quei possibili focolai di sviluppo larvale, come i tombini e bocche di lupo, che non è possibile eliminare. Nel caso di fontane o laghetti, una possibile soluzione è l’introduzione di pesci come le gambusie e i pesciolini rossi. Tra i prodotti antilarvali, al momento, in commercio vi sono: quelli biologici, quelli chimici appartenenti al gruppo degli IGR (Insect grow regulator, regolatori della crescita degli insetti) e quelli fisici. 

  • I prodotti biologici possono essere: 1) a base di Bacillus thuringiensis var. israeliensisbatterio sporigeno, che agisce per ingestione. Questo, una volta penetrato nello stomaco delle larve dove trova un ambiente alcalino, libera una serie di tossine che, tutte in maniera autonoma, concorrono nel far morire la larva; 2) a base di Lysinibacillus sphaericus, in associazione con Bacillus thuringiensis var. israeliensis.
  • I prodotti chimici appartenenti al gruppo degli IGR, invece, sono molecole paraormonali che possono essere neotonine come il Metoprene e il Pyriproxyfen oppure inibitori della chitinizzazione come il Diflubenzuron. La neotenina è un ormone che svolge molteplici funzioni nello sviluppo degli insetti ma in particolare ha una parte importantissima nella regolazione dello sviluppo postembrionale interferendo con l'azione di un altro ormone: l'ecdisone. L'ecdisone stimola la muta ma in presenza di neotenina, viene inibita l'induzione ormonale della metamorfosi. Il risultato è una permanenza del carattere giovanile. In altri termini, la neotenina fa sì che in occasione della muta, l'insetto subisca solo una crescita lineare mantenendo la morfologia dello stadio giovanile. Con gli inibitori della chitinizzazione, invece, le larve restano sprovviste di chitina, mostrano un tegumento anomalo e mal formato, non riescono a cambiare stato, il loro corpo si rigonfia di liquidi, si imbrunisce e va incontro alla morte.  
  • I prodotti fisici, al contrario, modificano il valore della tensione superficiale dell’acqua e non consentono alle larve di rimanere ferme nei pressi della superfice, impedendo che respirino. 

-        Lotta adulticida → In caso di infestazione in atto, per abbassare velocemente il numero degli individui presenti, risulta opportuno intervenire con prodotti chimici sia all’esterno, nelle aree abitualmente fruite, che all’interno delle abitazioni. La scelta dei prodotti da utilizzare deve essere necessariamente diversa e quindi, prodotti abbattenti (effetto immediato) e residuali (effetto non immediato ma prolungato nel tempo), con principi attivi Piretroidi, per l’esterno, e prodotti solo abbattenti, possibilmente a base di Piretro (di origine naturale) ma anche Pralletrina, per gli ambienti interni. In quest’ultimi, può essere anche utile l'utilizzo dei sistemi ad erogazione automatica. Si ricorda che i prodotti chimici oggi in commercio, grazie alle disposizioni europee vigenti, sono più sicuri rispetto al passato sia dal punto di vista della salute delle persone che da quello ambientale.