Aiuto, un tarlo sta mangiando il mio legno
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Tra gli insetti si annovera un elevato elenco di specie, circa un milione solo quelle note, tanto che si può affermare che essi rappresentino, dopo i microbi, la forma dominante di vita sulla Terra. Comprendono specie utili all’uomo o direttamente per i loro prodotti (ad esempio le api con le cere) o indirettamente per l’attività che svolgono (gli antagonisti naturali utilizzati nella lotta biologica o i pronubi fondamentali per l’impollinazione).
La gran parte degli insetti noti alle persone, però, riguarda specie che interferiscono o con l’uomo stesso (ad esempio le zanzare, le blatte, i pidocchi, ecc.) o con le sue attività produttive (ad esempio gli insetti che attaccano le derrate immagazzinate). Seppur il rapporto che l’uomo instaura con gli insetti li ha portati ad identificarli come utili, dannosi o indifferenti, è importante sottolineare che ogni specie deve essere considerata in modo diverso a seconda delle situazioni in cui esplica la propria attività: se nel bosco gli insetti che si cibano del legno risultano utili dal punto di vista ecologico, cioè come un importante elemento di degradazione della sostanza organica, gli stessi diventano dannosi quando la loro attività viene esplicata su legno in opera o su manufatti lignei di cui l’uomo si serve: la loro azione è causa di un danno estetico e può comportare anche la diminuzione delle prestazioni meccaniche degli elementi strutturali attaccati. Questi insetti, che trovano nel legno e nei suoi derivati la sostanza nutritiva, sono detti xilofagi.
L’attività di biodegradamento è sempre caratterizzata da specifiche tracce la cui lettura permette di capire il tipo di attacco e la gravità del danno, nonché il rischio di ulteriore degrado. Un’attenta diagnosi permette di decidere quale sia il trattamento più idoneo per la risoluzione del problema. Infatti, per poter mettere in atto delle valide misure di difesa è sempre necessario individuare gli agenti della degradazione e conoscere le condizioni che ne favoriscono lo sviluppo.
Gli insetti xilofagi appartengono a poche famiglie e vengono raggruppati in quelli che iniziano l’attacco su legno vivo o appena abbattuto e quelli che si insediano nel legno in opera. Ad essi si aggiungono altre specie che, pur non essendo xilofaghe, utilizzano il legno per la costruzione del nido.
In foresta, il taglio di un albero genera un repentino cambiamento dello status ambientale, immediatamente percepito dagli xilofagi presenti che attaccano il legno già nella fase di allestimento e trasporto dei tronchi. Una prolungata fase di deposito in foresta è sempre caratterizzata da un’intensa colonizzazione che, in alcuni casi, continua a svilupparsi anche per più anni ed anche dopo le fasi di stagionatura e di lavorazione, fino ad arrivare nelle nostre case, tanto che l’attacco può manifestarsi quando il legname è già in opera.
Gli insetti che possono insediarsi nel legno vivo appartengono ad alcune famiglie di Coleotteri (Buprestidi, Cerambicidi, Scotilidi, Bostrichidi), alla famiglia dei Cossidi (Lepidotteri) e a quella dei Siricidi (Imenotteri). Le larve di questi xilofagi sono responsabili dello scavo nel legno di gallerie anche di notevoli dimensioni.
Una volta che il legno è in opera, può essere attaccato da insetti appartenenti ad alcune famiglie di Coleotteri e di Isotteri (Termiti).
I Coleotteri xilofagi sono insetti che durante il loro ciclo biologico subiscono una metamorfosi completa. Dall'uovo deposto sulla superficie del legno, o nei piccoli cretti, si schiude una larva che penetra il materiale scavando gallerie e nutrendosi dei costituenti la parete cellulare (cellulosa, emicellulosa) e delle sostanze di riserva (zuccheri, amido, sostanze azotate, sali minerali). Le gallerie seguono la fibratura del legno, con un diametro variabile da 1,5 a 10 mm a seconda della specie, e sono stipate di materiale di rifiuto, il noto “rosume”.
Dopo uno o più anni la larva subisce una metamorfosi in pupa e successivamente in insetto perfetto, l’adulto, che fuoriesce dal legno lasciando sulla superficie un foro, detto "foro di sfarfallamento", di forma e dimensioni caratteristiche per ogni specie.
Gli adulti sfarfallano generalmente in primavera-estate e muoiono dopo poche settimane dalla loro uscita dal legno, spesso senza essere notati da alcuno. Non provocano danni diretti ma, dopo l'accoppiamento, le femmine che si spostano, volando o camminando, alla ricerca di legni adatti alla ovodeposizione, possono essere causa di reinfestazione a carico dello stesso legno dal quale sono fuoriuscite o di altro legno posto nelle vicinanze.
I Coleotteri che attaccano il legno in opera appartengono alle famiglie dei Lictidi, degli Anobidi, dei Curculionidi e dei Cerambicidi.
Gli Isotteri, la famiglia che riunisce le specie delle Termiti, sono insetti sociali che vivono in comunità numerose nutrendosi del substrato ligneo. In Italia sono presenti le specie Reticulitermes lucifugus e Reticulitermes urbis (termiti sotterranee o termiti del terreno), Kalotermes flavicollis e Cryptotermes brevis (termiti del legno secco).
Gli insetti non xilofagi che utilizzano il legno per la costruzione del nido appartengono ad alcune famiglie di Imenotteri: una specie delle Apidi (Imenotteri solitari) e alcune specie dei Formicidi (Imenotteri sociali).
L’identificazione certa della specie richiede l’analisi di un individuo, un insetto in uno dei suoi vari stadi vitali, ma esistono alcuni semplici osservazioni che possono portare all’identificazione sulla base dello studio dei segni tipici della presenza o del passaggio. Molto importanti sono le condizioni microclimatiche in quanto l’umidità favorisce l’insediamento di alcune specie, mentre altre ne vengono limitate. Un altro dato ci viene fornito dalle caratteristiche del legno attaccato, preferito da una gamma più o meno ampia di insetti, come ogni specie legnosa è appetita da questo o quell’insetto. Anche l’età del legno ci fornisce delle indicazioni: Cerambicidi e Lictidi hanno necessità di amido, quindi attaccano legni poco stagionati o stagionati artificialmente, al contrario degli Anobidi che possono attaccare anche legno più antico. L’osservazione delle caratteristiche del danno rivela altre importanti informazioni: la forma, i margini, il diametro e la distribuzione dei fori presenti nel legno, le dimensioni, le condizioni di pulizia e l’andamento delle gallerie, danno indicazioni precise sulla specie responsabile dell’attacco. Anche il prodotto più semplice dell’azione degli insetti, il rosume che, sotto forma dì piccoli coni posti alla base o sulla superfìcie di un legno, è indice di attacco in corso. Con l'osservazione del rosume, visiva con una semplice lente di ingrandimento e tattile tra le dita, è possibile avere informazioni precise sul tipo di insetto. Infine, la presenza di gallerie di apparenza terrosa localizzale sulle murature e sul legno stesso può essere un indizio che mette in evidenza un attacco da termiti sotterranee.
Una volta accertata la presenza di insetti xilofagi in attività occorre scegliere la metodologia di intervento più opportuna. La metodica di trattamento, di tipo fisico o di tipo chimico, varia in funzione di quale sia l’insetto infestante. Un progetto complessivo di intervento deve basarsi su una conoscenza completa sia della struttura da salvaguardare che dell’infestante che sta lentamente, ma impassibilmente, compiendo il suo ruolo di biodegradatore della sostanza organica morta. Quindi la valutazione delle condizioni ambientali e microambientali in cui si trovano gli elementi lignei, l’identificazione della specie legnosa di cui sono composti, della loro storia costruttiva e dell’epoca di collocazione, la conoscenza della specie responsabile dei danni, della sua biologia e del suo comportamento, diventano un passaggio fondamentale nella salvaguardia delle strutture e dei manufatti lignei.